lunedì 5 gennaio 2009

MacWorld Expo 2009


Al via il MacWorld senza Steve Jobs. Ecco i possibili annunci
di Antonio Dini

L'ultimo Macworld di San Francisco con Apple, il primo senza Steve Jobs. Tra 48 ore inizia l'annuale kermesse dell'azienda californiana nel più famoso centro fieristico della californiana Silicon Valley, il Moscone Center. E il co-fondatore di Apple, nonché uomo-immagine dell'azienda, ha annunciato pochi giorni fa non solo che martedì non terrà il suo consueto "keynote", il discorso con il quale l'azienda annuncia le più importanti novità per i mesi successivi (nel 2007 venne presentato a San Francisco l'iPhone, mentre lo scorso gennaio venne presentato il computer super-sottile MacBook Air, nel 1997 il primo iMac, nel 1999 l'iBook e nel 2001 iTunes), ma che Apple non ha più intenzione di partecipare alle future edizioni del Macworld.
Ma quali sono le novità che verranno annunciate? Top secret ovviamente da parte di Apple, diventata oramai leggendaria per non lasciar filtrare nessuna informazione prima della presentazione di Steve Jobs. Ma dalla ridda delle indiscrezioni che circolano da settimane sui siti di "rumors" degli appassionati della Mela, ne spiccano cinque che potrebbero trovare spazio nell'ora e mezzo della presentazione di Phil Schiller, numero tre della casa di Cupertino e responsabile del marketing mondiale di Apple, che già in passato aveva sostituito Steve Jobs nel 2004 mentre il co-fondatore di Apple era convalescente per una operazione di tumore benigno al pancreas.
La prima e più facile previsione è l'annuncio della data di lancio di Mac Os X 10.6 "Snow Leopard", la nuova versione del sistema operativo di Apple che entra in competizione diretta con il futuro Windows 7 in produzione nei laboratori di Microsoft. Lo scorso giugno Apple aveva annunciato che sarebbe arrivato entro la prima metà del 2009, adesso gli appassionati attendono una data sicura e magari più vicina tipo marzo, come alcune indiscrezioni lascerebbero immaginare.
La seconda è una nuova versione dei portatili con schermo da 17 pollici di Apple, i MacBook Pro 17. Dopo che l'azienda ha aggiornato tutti gli altri modelli di computer portatile, sia MacBook che MacBook Air e MacBook Pro 15 pollici, è una facile previsione immaginare una versione costruita con il sistema "unibody" anche per l'ultimo modello mancante all'aggiornamento. Quello che i fan ipotizzano sono però notevoli innovazioni dell'hardware per il più grande fra i portatili di Apple: doppio processore quad-core, batteria non sostituibile a lunghissima durata (8 ore) e design super-sottile.
Terzo "rumor" che circola in rete è l'arrivo di una nuova suite di applicativi per la produttività di Apple, iWork, e il tempo libero, iLife, in versione "cloud computing", cioè utilizzabili attraverso Internet come ad esempio la posta elettronica di Google (Gmail) e di Microsoft (Hotmail). Gli applicativi verrebbero integrati con il servizio online di Apple, MobileMe.
Quarta indiscrezione relativa ai computer da scrivania di Apple e alla sua strategia per la multimedialità. Mac mini (non più aggiornato dal 2007) e Apple Tv, il media center di Apple, convergerebbero in un unico apparecchio in grado di avere sia funzioni da personal computer super-economico che da fonte dell'intrattenimento digitale. Grazie al servizio di vendita online di musica, film e telefilm (questi ultimi solo negli Usa) di iTunes store, il Mac mini-Apple Tv diventerebbe una nuova piattaforma per l'intrattenimento in grado anche di funzionare come un videoregistratore digitale.
Quinta ed ultima indiscrezione, la più improbabile di tutti secondo gli osservatori: il lancio di un nuovo modello di iPhone. Sia esso un modello low cost di dimensioni (e con funzionalità) ridotte oppure una sorta di tablet Pc basato sul sistema operativo touch degll attuali apparecchi telefonici di Apple, il nuovo "iPhone nano" o "iPhone tablet" andrebbe a coprire due aree del mercato dove Apple non è presente: quella dei cellulari economici con bassi margini e quello dei Netbook, nel quale i produttori asiatici e statunitensi stanno investendo in maniera massiccia.
In ogni caso, il Macworld di San Francisco edizione 2009 è già destinato a passare alla storia per essere l'ultimo a cui partecipa Apple. Creato nel 1984 dal gruppo editoriale e consulenziale Idg, il Macworld è nato insieme al lancio del primo Macintosh, il primo personal computer ad ampia diffusione ad avere una interfaccia a finestre, icone e menu, e ad offrire il mouse di serie per gestire i documenti sullo schermo.
Dopo che negli ultimi anni Steve Jobs ha voluto la chiusura delle altre due edizioni
del Macworld negli Usa, che si tenevano a Boston e New York, e l'abbandono dell'equivalente europeo, cioè l'Apple Expo di Parigi (che si teneva d'abitudine a settembre), la repentina cancellazione anche dell'appuntamento di San Francisco ha colto di sorpresa gli stessi organizzatori di Idg e gettato nella confusione analisti di Borsa ed appassionati dell'azienda. Indiscrezioni su ipotetici problemi di salute di Steve Jobs, che nelle ultime apparizioni in pubblico è apparso sempre più magro ed emaciato, si sono accavallate a considerazioni su quale potrebbe essere la strategia per trovare un sostituto ad uno degli imprenditori più famosi al mondo della Silicon Valley.

(da IlSole24Ore)

domenica 28 dicembre 2008

Mac VS Pc ( In stile Transformers)

Ecco a voi un ulteriore video molto ben fatto sull'eterna saga tra Mac e Pc,
rivisitata in stile Transformers......
Buona visione!


martedì 23 dicembre 2008

NanoTouch il display trasparente di Microsoft


PRONTO IL PRIMO PROTOTIPO: sarà presentato ad aprile
NanoTouch, il display
«trasparente» di Microsoft
Una tecnologia per migliorare l'utilizzo dei più piccoli schermi «interattivi»

Il prototipo «NanoTouch» sviluppato da Microsoft con l'istituto tedesco Hasso Plattner di Potsdam
Il prototipo «NanoTouch» sviluppato da Microsoft con l'istituto tedesco Hasso Plattner di Potsdam
La comodità del touch screen viene meno quando il display con il quale interagiamo è troppo piccolo in proporzione alle dimensioni delle dita. Spostare icone e premere bottoni su di uno schermo da 2 pollici e mezzo servendosi dei polpastrelli è un po' come lavorare alla cieca: con così poco spazio a disposizione, un dito risulta decisamente ingombrante e finisce col nascondere alla vista tutto quel che sta sullo sfondo. Ed è proprio per questo motivo che nei laboratori di ricerca di casa Microsoft hanno messo a punto un sistema che promette di rivoluzionare l'uso dei più piccoli (ma non solo) display sensibili al tocco.

L'UTILITÀ DEL LATO B – I tecnici di Redmond hanno infatti realizzato il prototipo di un piccolo dispositivo, battezzato NanoTouch, dotato di schermo da 2,4 pollici e di un touch pad sensibile posizionato sul retro, proprio in corrispondenza del display. Così, in pratica, la manipolazione degli oggetti non richiede più che l'utilizzatore tocchi fisicamente il piccolo monitor: basta muovere le dita sul lato posteriore dell'apparecchio mentre lo si tiene in mano. In questo modo anche le più piccole icone possono essere selezionate e trascinate senza problemi, poiché l'interfaccia non viene mai nascosta dalle dita dell'utilizzatore.

PRESENTAZIONE – La soluzione ideata dal colosso del software è stata sviluppata in collaborazione con l'istituto Hasso Plattner di Potsdam, in Germania, e sarà svelata ufficialmente nel corso della conferenza Computer and Human Interaction che si terrà a Boston il prossimo aprile. Grazie alla tecnologia del «retro touch screen» sarà possibile rendere sensibili al tocco una vasta gamma di gadget, anche molto piccoli, come orologi, medagliette anelli e altri dispositivi portatili dotati di display troppo piccoli per il touch screen tradizionale.

Alessandra Carboni
22 dicembre 2008

(da Il Corriere della Sera)

giovedì 18 dicembre 2008

Microsoft:patch a tempo di record!



Roma - Si tratterebbe di una sorta di primato mondiale, se esistesse la disciplina olimpica della scrittura di patch per una vulnerabilità: ne è convinto Feliciano Intini, il numero uno della sicurezza dei prodotti Microsoft in Italia, che spiega a Punto Informatico perché la sua azienda ha deciso di provvedere ad un aggiornamento extra questo mese per i suoi sistemi operativi e come abbia fatto fronte all'emergenza. "La durata media dei risk per i prodotti Microsoft è di 24 giorni, gli altri vendor non sono così veloci: questa volta ce l'abbiamo fatta in 8 giorni soltanto".

L'argomento della discussione è, ovviamente, la patch per Internet Explorer rilasciata da appena qualche ora: il browser di Redmond ha avuto bisogno di un cerottino fuori programma, visto che nelle ultime ore era diventato bersaglio di una massiccia campagna di attacco online. Per via di una vulnerabilità rivelata solo la scorsa settimana, oggi sarebbero già diverse migliaia i siti web infetti capaci di interagire con i meccanismi di data binding di IE tramite un relativamente semplice exploit del tip SQL injection: "Il riscontro dei siti attaccati si è fatto significativo - spiega Intini - dunque sono state richiamate le risorse per uscire in tempi rapidi con la patch".

Intini ammette che una settimana è comunque un tempo considerevole per correggere qualche linea di codice, "per l'utente finale sembra una eternità" dice: quello di cui però normalmente non si tiene conto, sostiene, è che sebbene "la scrittura delle righe di codice sia immediata, Microsoft una volta prodotta la patch deve localizzarla, renderla disponibile per tutte le versioni di Windows attualmente supportate e verificare una lista di 200 applicazioni supercritiche che se non dovessero funzionare con quella patch creerebbero problemi seri al business di aziende importanti". E questi problemi, prosegue, potrebbero avere "rilevanza maggiore di un virus".
Nel caso specifico, racconta Intini a Punto Informatico, "Abbiamo operato un cambio di marcia: quello che è avvenuto in questa occasione è stato una sorta di fermo di produzione in miniatura per richiamare tutte le risorse possibili e accelerare la fase di test e arrivare rapidamente a un livello di qualità accettabile". Microsoft avrebbe insomma agito spinta dalla escalation di infezioni per arginare il problema, che riguardava tutte le versioni di Internet Explorer, compresa la beta del prossimo IE8, prima che le sue dimensioni si facessero realmente preoccupanti.

In ogni caso, prosegue minimizzando, "La tipologia di questa vulnerabilità non era niente di anormale, in linea rispetto ad altre vulnerabilità di IE scoperte in passato, ed esponeva a rischi legati ai privilegi degli utenti". Obiettiamo che è la stessa natura di Administrator degli account di default di molte versioni di Windows a causare l'esecuzione delle applicazioni con i massimi privilegi: "Ci sono senz'altro dei margini per migliorare l'interfaccia - spiega Intini - per costringere l'utente ad abbandonare il suo account da admin: su Vista sono già stati fatti dei passi in questo senso, in modo da far scattare nell'utilizzatore la molla del sospetto ogni qual volta qualche programma richieda certi privilegi per funzionare".

Ad esempio la protection mode di IE su Vista dovrebbe confinare la possibilità di modificare parti critiche del sistema da parte di questo tipo di attacchi: in ogni caso, poiché il bersaglio di questa ondata era in generale Explorer 7 e non solo le sue installazioni su Windows 6, un intervento era necessario. Peraltro, continua sempre Intini, "Anche se non è molto noto, IE8 andrà nella stessa direzione di Chrome nella separazione di fatto dei processi tra le diverse tab: fa più notizia che sia Google a parlare di Sandbox riguardo a Chrome, mentre difficilmente le novità di IE8 guadagnano una visibilità tale da essere lette da chiunque".

Tra le peculiarità della falla tappata ieri, comunque, c'è anche il modo in cui è stata sfruttata: "Il crimine informatico - spiega a Punto Informatico - si è reso conto che la regolare emissioni di bollettini di sicurezza è un modo efficace di combatterlo: dunque ha iniziato ad aspettare quel momento per uscire allo scoperto subito dopo con vulnerabilità zero-day, tentando di massimizzare il danno". Microsoft invece ha voluto dare prova di essere in grado di tenere testa anche a questa tattica, e per evitare che questa occasione causasse maggiore scompiglio ha voluto fare una "corsa contro il tempo per rendere la patch disponibile".

Di pari passo si sviluppa un'altra nota problematica: quella del reverse engineering delle patch per scovare gli exploit, motivo per per il quale Microsoft è impegnata nella creazione e nella distribuzione di strumenti utili ai clienti per aggiornare tempestivamente i sistemi e comunque nel migliorare la comunicazione su questi temi. "Si sta facendo strada una maturità differente nel pubblico - spiega Intini - dovremo accettare l'ineluttabilità dei bug del software, nonostante ci si sforzi di scrivere codice sicuro, e dovremo convivere con le patch: credo sia responsabilità di tutti i vendor migrare verso l'automatismo dell'aggiornamento, che purtroppo è legato ad un'altra problematica sensibile come quella legittima della privacy".

Intini richiama dunque la necessità di garantire la protezione dei sistemi operativi Microsoft, e dunque dei computer degli utenti ma, precisa, senza colpi di mano: "C'è da confrontarsi sulle modalità migliori per salvaguardare il diritto dell'utente di essere consapevole di quello che avviene sul suo computer - chiarisce a Punto Informatico - ma bisogna anche tentare di agevolargli la vita". Come in questo caso, appunto, con delle patch rese disponibili automaticamente per tutti i sistemi operativi e le versioni dei browser che godono del supporto da parte di Microsoft.

L'aggiornamento riguarda tutte le versioni di Explorer fino alla recente beta2 di IE8: "Lo sviluppo di codice è continuo, non si smette di lavorare ad una versione per cominciare la successiva - racconta Intini - L'albero di sviluppo del codice è unico, da cui si dipana una biforcazione quando si decide di rendere pubblico un prodotto: un collega italiano ha avuto la possibilità di fare una intership negli USA, e ha lavorato ad una parte di codice che potrebbe vedere la luce tra diversi anni solo nella versione successiva a Windows 9". In ogni caso, conclude, "Ogni vulnerabilità scoperta diventa esperienza: scoperti nuovi tipi di attacco questi ultimi vengono inseriti in un meccanismo che migliora i tool che analizzano il codice: e questo permette di scovare intere altre categorie di problemi fino a quel momento sconosciuti".

(da PuntoInformatico)

mercoledì 17 dicembre 2008

Apple: MacWorld addio.....



Apple ha annunciato che non parteciperà più al Macworld Expo. L'edizione del 2009, dal 5 al 9 gennaio a San Francisco, sarà l'ultima. Inoltre il famoso keynote non sarà presentato da Steve Jobs ma dal vicepresidente di Apple, Philip Schiller.

Le motivazioni sono molteplici. Da un lato la stessa Apple dice nella nota stampa che: "Apple is reaching more people in more ways than ever before, so like many companies, trade shows have become a very minor part of how Apple reaches its customers. The increasing popularity of Apple’s Retail Stores, which more than 3.5 million people visit every week, and the Apple.com website enable Apple to directly reach more than a hundred million customers around the world in innovative new ways."

Un'altra ipotesi è quella presentata da Andrea Bai di Hardware Upgrade. Forse Apple desidera una maggiore libertà di azione nel presentare i propri prodotti, senza il bisogno di avere scadenze fisse. Senza il bisogno di avere il prodotto che fa colpo ad ogni costo, in quel determinato momento dell'anno.

Comunque sia, è la fine di un appuntamento che ha fatto storia.


(da Ilsole24ore)